Erano arrivate le cassette di legno con dentro un quintale di pomodoro San Marzano.
Mia nonna aveva controllato perfettamente se ce ne fossero di ammaccati o se fossero tutti buoni, belli e sodi. Era arrivato il momento di fare la salsa. Mio nonno da giorni lavava e metteva ad asciugare le bottiglie di birra conservate appositamente per l’occasione. Avevamo comperato i tappi nuovi. Lenzuoli vecchi e strofinacci erano pronti per avvolgere le grandi quantità di bottiglie. Mio padre era sempre terrorizzato che scoppiassero, che era pericoloso. Il mio compito era di andare in giardino a raccogliere il basilico fresco. E finalmente si poteva cominciare. Si lavavano i pomodori, si tagliavano in due, si buttavano in questi enormi pentoloni a bollire, o, “gugghiri” come dicevamo noi calabresi.
Eravamo attrezzatissimi, avevamo la macchina per passare la salsa, ricordo mio nonno che schiacciava con il cucchiaio mentre io e mio fratello passavamo con la macchinetta, l’imbottigliamento, la lunga ed interminabile sterilizzazione…..

Ho ricordi molto vaghi, ma limpidi abbastanza da poterne scrivere.
Non sapete cosa darei per avere una foto di uno di quei giorni di agosto che si dedicava interamente a fare la salsa.
Tutta la famiglia impegnata lì, a lavare, tagliare, macinare, imbottigliare, sterilizzare, guardare il fuoco…. eh sì perchè si faceva tutto in giardino, o in cantina.
Enormi quantità di bottiglie di salsa da conservare per tutto l’inverno e magari avanzavano perfino.

Oggi la salsa in casa non la fa più nessuno, o pochi.
Sembra che la comodità di andarla ad acquistare vinca sull’autoproduzione, poi i costi… e magari i pomodori non sono neppure italiani..
Io sinceramente non mangio molto i sughi, ma quelle rare volte in cui magari si acquistano, mi viene da piangere. (ironico ma non troppo)
Non mi piacciono per nulla, non esiste che si compra la salsa!
E così lo scorso anno che il nostro orto ci ha donato tanti pomodori da sole quattro o cinque piante, ho fatto qualche vasetto di salsa, diciamo una decina. E’ venuta deliziosa.

Quest’anno i pomodori sono stati colpiti da una malattia e in Piemonte, dove abito io, ha piovuto ogni giorno per tutta l’estate e li ha marciti completamente.
Così, quando sono stata in vacanza in Calabria, nel mese di agosto, ho deciso di acquistare una bella cassetta e di farne un pochino per noi.
Eccola! Acquistata all’uscita dell’autostrada di Pizzo Calabro prima di tornare a casa!

Mi sono tornati alla mente mille ricordi, mio nonno che accendeva il fuoco e metteva a scaldare quegli enormi bidoni arrugginiti…. mia nonna felicissima di mettere via le bottiglie per l’inverno… ed io e mio fratello che giravamo le macchine. Non ricordo se fossimo divertiti o annoiati, ma so che la salsa di mia nonna era deliziosa e che oggi non so cosa darei per poter teletrasportarmi nella nostra casa di Manziana e farla ancora tutti insieme.

Mi sono così limitata a farla nella mia piccola cucina casalinga, con pentole e pentoline che han bollito per due giorni, ma che soddisfazione!
Ecco in che stato era la mia cucina…

Il momento della preparazione della salsa era un’occasione per le famiglie di stare insieme.
Un pò come quando si vendemmia, o si faceva la raccolta delle more e poi si preparava la marmellata….

Tradizioni che stanno via via perdendosi ed i bambini di oggi non sanno cosa si perdono..

Vorrei, con questo mio articolo, chiedervi di riprendere o di cominciare, se è la prima volta, a fare le conserve in casa insieme, con i figli, i nipoti, le nuore ed i generi.
E che qualcuno scatti delle dannate foto!!!!
Non ve ne pentirete. Ed avrete dei meravigliosi ricordi.

Ho chiesto, in queste settimane, se qualcuno avesse fatto la salsa e di inviarmi le foto.
Sfatiamo il mito che la salsa non la fa più nessuno!
Ho ricevuto delle foto splendide, che condivido con voi. Foto di chi la salsa l’ha fatta in cucina, come me, e di chi è ancora attrezzato come si faceva una volta, quelle foto son cimeli….. e sono grata a chi me ne ha fatto dono!

E se qualcuno, all’ultimo momento, dovesse decidere di fare anche solo una bottiglia, comprando due o tre chili di pomodori e volesse farsi un selfie…. me lo mandi pure! Continueremo ad aggiornare l’album fotografico con le foto di tutti gli italiani che contribuiranno, di anno in anno, a mantenere VIVE le nostre meravigliose tradizioni!

Davide aiuta la sua fidanzata Francesca a passare la salsa
Siamo ad Ascoli Piceno, Francesca, 30 anni, ha imparato a fare la salsa leggendo sul web, anche se ricorda che sua nonna la faceva insieme alle vicine di casa!
nonostante la fatica, la faccio tutti gli anni e la farò sempre!” – Francesca Introvaia

Ecco qui il suo bellissimo pentolone 
Dopo aver passato la salsa …

Ed infine i barattoli!

Poi c’è chi la salsa la fa in giardino, qui siamo, udite udite, nella cucina di …… danycunsy!
Ebbene sì, mio fratello con sua moglie ed i suoceri, hanno fatto la salsa nella casa di campagna, a Corio (TO), da perfetti siciliani, come vedrete, erano proprio ben attrezzati!
Ho apprezzato tantissimo le foto di “danycunsyinyourkitchen” come si è firmato nell’invio delle fotografie!
Eccole:

Anche Raffaella ed il suo omino, come lo chiama lei, hanno fatto tantissime conserve quest’anno, con i prodotti del loro orto. Ci troviamo in provincia di Novara, a Trecate.
 Ecco i pomodori del loro orto e la trasformazione:
Ora voliamo a Palermo, da Antichi Sapori Sicani, che tra tante conserve e marmellate, han preparato ovviamente anche la salsa e l’hanno messa a riposare al calduccio come da foto, anche se è lievemente mossa, per via dell’esposizione, la carico, dal momento che è stupenda!:
ed eccole pronte, accanto alle marmellate
Ora ci spostiamo in Liguria, a Genova, precisamente Rapallo, ecco le bottiglie di Marcella, che mi scrive: 
“un lavorone….ma ogni tanto apro la dispensa e le guardo. Son Soddisfazioni.”

Ed ora chiudiamo in bellezza, con le foto ricevute da Luigi Carella, uno degli sponsor di stefycunsyinyourkitchen, lui che a Sannicandro di Bari, oltre a produrre l’olio, si cimenta nella tradizionale preparazione delle bottiglie, proprio alla vecchia maniera, talmente vecchia che lo possiamo notare non solo dalla stupenda attrezzatura che sto per mostrarvi, ma perfino dalle bottiglie adoperate, tanta nostalgia… cosa dareste per avere “inyourkitchen” una di queste stupende bottiglie anni ’70?

Ed ecco l’attrezzo di Luigi per imbottigliare, foto scattata appositamente per l’articolo!
Ma ora torniamo in quel di Cureggio (NO) per vedere la passata di pomodoro di stefycunsy!
Ecco qui le mie foto:
Beh, ora io, piena di emozione per aver ricevuto queste stupende foto, non posso far altro che ringraziare chi me le ha inviate, soprattutto perchè sono una piccola rappresentanza di italiani che portano avanti le tradizioni del’autoproduzione casalinga, come ci hanno insegnato le nostre nonne.
Ecco la mia ricetta, ovviamente adattata a chi la salsa, la fa tra i piccoli fornelli di casa… m prometto che il prossimo anno la farò anche io in giardino sul fuoco con i pentoloni! 
Magari insieme ai miei lettori! 

Come si fa la salsa – la mia versione casalinga:

Sterilizzazione dei vasetti – prima fase: 
Mettere le bottiglie o i vasetti in forno a 180° per circa 20 minuti SENZA il loro tappo.
Lasciare raffreddare dentro il forno oppure dove preferite.

Si lavano i pomodori, si tagliano in due e si toglie la parte di scarto. Si mette tutto dentro le pentole, senza aggiungere nulla, nè acqua nè sale, nulla. Se preferite, potete tagliarli a dadini in modo che cuociano prima. Si mescola spesso nella parte iniziale, poi si lascia cuocere a lungo, fino a quando non sono completamente cotti e disfatti. A questo punto, si passano i pomodori con il passaverdure e si aggiunge il sale integrale,, si lascia cuocere ancora 5 minuti sul fuoco.

Si versa il contenuto della salsa nelle bottiglie, aggiungendo una foglia di basilico fresco a piacere.
Si chiude bene e si capovolge la bottiglia, lasciandola raffreddare completamente.
A questo punto si procede alla verifica del sottovuoto.
Se toccando il tappo, sentiamo un “click” vuol dire che il sottovuoto non è andato a buon fine, quindi ripetiamo l’operazione oppure conserviamo in frigo e consumiamo subito. Se invece non abbiamo sentito il “click” possiamo procedere ala seconda fase di sterilizzazione come segue:

Sterilizzazione – seconda fase
Si prendono delle pentole grandi e/o alte e si mettono dentro i vasetti, avvolti da strofinacci in modo che con la bollitura non urtino tra loro. Si copre con acqua fredda e si fa cuocere, dal momento del bollore, per 30 minuti. Trascorsi i 30 minuti, si lascia la pentola così com’è, chiusa con coperchio e si lascia raffreddare completamente. Solo quando l’acqua sarà raffreddata e di conseguenza anche i vasetti, possiamo tranquillamente conservarli in dispensa.
La nostra salsa fatta in casa è finalmente pronta!

Per le fotografie si ringraziano: Davide e Francesca Introvaia, Marcella Paganelli, Luigi Carella, Antichi Sapori Sicani, Raffaella Regalli ed il suo omino e…… dany&stefycunsyinyourkitchen !

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11 SETTEMBRE 2014:
Dopo la stesura del mio articolo sul blog, ecco la prima nuova fotografia di una lettrice, che mi scrive:
“Questa è la mia salsa. Ho poco spazio quindi procedo con 3 kg. di pomodoro alla volta. 
Non c’è paragone con quella comprata nemmeno la più bio e buona sul mercato. ” – Elisabetta 

Queste sono le sue bottiglie:





























14 SETTEMBRE 2014:
Ieri sono andata da mia suocera…. ebbene sì .. anche lei aveva fatto la salsa. Non era in casa però. . Quindi.non ho fotografato la sua salsa o la dispensa… ma mi sono limitata a fotografare il mezzo… la mitica macchinetta che era in giardino ad asciugare sotto i raggi del caldo sole settembrino!

13 SETTEMBRE 2014
Sonia mi ha inviato questa STUPENDA foto che segue, con le sue conserve, tra cui la salsa.
Mi scrive:
“Ciao, ti invio la foto di una parte della mia dispensa, tutti prodotti
che realizzo durante tutto l’anno ma soprattutto d’estate!
Naturalmente la salsa è in prima fila.
Ho avuto la fortuna di avere delle ottime vicine che mi danno tanti
utili consigli e suggerimenti e arricchiscono la mia conoscenza. 
Poi ho trovato il tuo sito cercando ricette e da lì sono rimasta una fan affezionata.

Poi la settimana scorsa ho letto l’articolo sul tuo blog e non ho resistito.

Domani allora vedrò la mia foto, grazie.” 

IO ADORO QUESTE DONNE CHE PORTANO AVANTI LE NOSTRE TRADIZIONI! Grazie Sonia!