Buongiorno e buona colazione a tutti i lettori!
Nell’articolo di oggi vi spiegherò :
  • perchè le marmellate ai frutti di bosco costano molto di più di quelle alla frutta più tradizionale, come pesca o albicocca;
  • come dolcificare una marmellata senza aggiungere lo zucchero;
  • per l’ennesima volta, come sterilizzare FACILMENTE i vasetti di marmellata;
  • come fare una marmellata senza seguire una ricetta stampata.
Qualche piccola premessa:
L’arrivo della primavera finalmente ci porta tanta buona frutta ed un modo goloso per consumarla è farne delle marmellate e succhi di frutta, anche se sono dell’idea che il modo migliore sia mangiarla fresca, appena staccata dalla pianta, con il suo sapore, la sua genuinità, senza lavarla, senza raffreddarla. Ma questa è un’altra storia. Ne parleremo un’altra volta. Tornando alle conserve di frutta, occorre cogliere l’attimo, il momento in cui la frutta riempie i nostri alberi o quelli dei contadini dai quali acquistiamo. 
Quest’anno ho perso l’attimo di ciliege e fragole, in quanto sono stata impegnata con le mie trasferte lavorative e con matrimonio e viaggio di nozze. Quindi appena in tempo sono riuscita a fare una raccolta di frutta dal giardino di mia suocera e ricavare questi cinque vasettini di marmellata alla frutta mista, raccogliendo ribes rosso, lamponi, mirtilli, uva spina e qualche fragola.
La raccolta dei lamponi è faticosa, in quanto sono nascosti tra i rovi, dietro e sotto le foglie, con spine, occorre arrampicarsi e fare attenzione ad eventuali vipere. Occorre spostare i rami, alzarli, afferrarne i frutti e senza perdere l’equilibrio, riporli nel cestino che avete dimenticato chissà dove, magari mentre vi eravate addentrati tra cespugli e spine e dovete scegliere: continuo a raccogliere tutto ciò che mi sta in mano o torno indietro e ripongo nella cesta e poi rifaccio la strada tortuosa di nuovo? Essere in due aiuta molto, la seconda persona porge il cestino e vi tiene una gamba mentre state in bilico come su un trapezio. Mi sono testimoni la mia amica Francesca (essenza divina) e mio marito. Vi allego le foto dello scorso anno durante la raccolta con Francesca.
Mentre la raccolta dei ribes è leggermente meglio, le piante sono più facilmente accessibili, ci si può per assurdo sedere per terra, appoggiare il cestino in terra e far cadere i ribes da sè. Ma poi c’è da pulire tutti i piccoli grappolini, da foglie, rametti ed eventuali ospiti… e credetemi che ci vuole una vita e una santa pazienza a pulirli, provare per credere. 
Detto questo, ora capirete perchè le marmellate ai frutti di bosco sono così care e sono d’accordo….
Con la fatica fatta, sotto il sole caldo, con le zanzare (eh sì, anche di giorno) ho raccolto poco più di un chilo di frutti di bosco (ribes rosso, uva spina, mirtilli, lamponi) ed ho ottenuto 5 vasetti di marmellata piccolini, tenendo conto che ho aggiunto alcune albicocche, meno di dieci. In più consideriamo la cottura, la sterilizzazione etc etc insomma il lavoro c’è…..
Parliamo del dolcificante: 
ho usato la stevia, appena avrò tempo scriverò un articolo su questa pianta.
si tratta di un dolcificante naturale, adatto anche ai diabetici.
Si trova in varie forme: pastiglie e gocce (ma non al 100%) oppure in polvere, o fresca in foglie.
Ne ho messo un piccolo rametto dentro la pentola con la frutta a bollire, in modo che rilasciasse la sua dolcezza in aiuto e compensazione alla dolcezza-asprezza del ribes.
Ho voluto aggiungere delle albicocche affinchè anch’esse contribuissero a dolcificare, ma in maniera del tutto naturale la marmellata. eccola qui..
Senza seguire una ricetta stampata:
Se volete una marmellata davvero buona, a mio parere, non serve nessun altro ingrediente all’infuori della frutta. E non ha alcuna importanza quale tipo di frutta, nè la quantità. Più sapori mescolerete, più sarà buona. Un frutto aspro può essere compensato con uno più dolce, in modo da non dover dolcificare con nient’altro se non con la frutta stessa. Mescolate voi le qualità, svuotate il frigo, mischiate, chiedete al contadino la frutta più matura possibile, magari leggermente ammaccata, più è matura più sarà dolce. Inoltre più tempo cuocerà, a fiamma lenta, più si addolcirà. Non è indispensabile mettere un addensante, neppure se naturale come l’agar agar.. frutta e basta! Buttate via la bilancia per questa volta, nascondete il timer, azionate la fantasia, improvvisate, create la VOSTRA marmellata. Ascoltatene poi i rumori, mia nonna diceva : a camella gugghi (trad. la pentola bolle) beh quando la pentola bolle, non c’è suono più eccitante per una cuoca.. ed il suo profumo se ne va ingiro per tutta la casa… 
profumi, sapori, colori, rivestiranno la vostra cucina e rallegreranno la vostra famiglia, soprattutto quando la porterete in tavola, al mattino, con due fette di pane tostato, dei biscotti, un caffè o del succo, magari anch’esso autoprodotto.
Per sterilizzare:

E’ più semplice di quanto pensiate: 
  • accendete in forno a 180°
  • inserite i vasetti di vetro senza coperchio
  • li lasciate dentro circa 20 minuti
  • li tirate fuori, aspettate 10 minuti e riempite con la marmellata bollente
  • chiudete i coperchi bene con l’aiuto di uno strofinaccio
  • capovolgete i vasetti e lasciate raffreddare
Quando si saranno raffreddati fate una piccola prova: se toccando il centro del tappo sentirete “click” il sottovuoto non è andato a buon fine. Potete mettere il vasetto in frigo e consumarlo entro pochi giorni. Se non fa click è tutto a posto e potete conservare in dispensa per diversi mesi.
Se volete conservare per tanto tempo o essere ancora più tranquilli, li mettete dentro a una pentola a pressione avvolti da uno strofinaccio con due dita d’acqua, facendo “cuocere” per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare dentro la pentola chiusa e poi conservate.
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Facciamo le marmellate in casa, è una gran soddisfazione!