Da diversi anni ho in mente di fare il panettone di casa, ma ho sempre rimandato la cosa. Quest’anno mi sono finalmente decisa ed eccomi qua, con il CUNSETTONE, nome suggerito dal mio amico Roberto Rovina, dopo un piccolo sondaggio nella mia bacheca di facebook.
L’impresa è stato tutt’altro che facile, eppure ci ho creduto fino alla fine, anche quando faticava a lievitare..ho sempre cercato di dargli la spinta giusta e quando non voleva cuocere l’ho accudito con cura…ma questo ve lo racconterò domani con la ricetta. Intanto ve lo presento! Eccolo!

Come prima cosa ho preparato la pasta madre, è importante che sia ben attiva, piena di alveoli.
Ho iniziato a rinfrescarla 10 giorni prima, per darle la giusta forza, aggiungendo giornalmente farina T1 (una farina bianca ma ricca di fibra) e acqua.
Un giorno prima che la pasta madre sia pronta, scaldo 250 gr di latte (consiglio il latte di soia, un latte vegetale ma con molte proteine) senza farlo bollire, aggiungo un pezzetto di bacca di vaniglia e la buccia grattata di un arancio e di un limone non trattati. Faccio intiepidire e riposare una giornata in frigorifero.
La sera, posso finalmente preparare il primo impasto, composto dai seguenti ingredienti:
  • il latte di soia preparato precentemente, (aspettando che raggiunga temperatura ambiente) filtrato, sul quale sciolgo 450 gr di pasta madre
  • 9 tuorli montati con 400 gr di zucchero di canna
  • 3 uova intere
  • 850 gr di farina T1
Lavoro bene tutti gli ingredienti (prima i liquidi e poi i solidi)
Anche se l’impresa è inizialmente ardua, cerco di lavorare al meglio l’impasto. Inizialmente risulta essere appiccicoso, ma poi riesco ad ottenere un panetto ben liscio e morbido; decido di dividerlo in due parti, perchè mi sembra già bello grosso!
Trasferisco i due impasti in 2 ciotole di vetro e le chiudo con la pellicola trasparente in modo che non passi aria e li sistemo in una zona calda della casa. Lascio lievitare tutta la notte.
Se, trascorse le 24 ore, vi sembra che l’impasto non abbia lievitato a sufficienza, vi consiglio di riprenderlo e maneggiarlo nuovamente e lasciarlo riposare ancora, se necessario altre 24 ore, come nel mio caso. Il profumo è fresco, sento l’aroma dell’arancia e del limone, assaggio un pezzetto dell’impasto e devo dire che il gusto non è davvero niente male.
Trascorso il tempo necessario, potete preparare la seconda parte dell’impasto da unire al precedente, con i seguenti ingredienti:
  • 300 gr di burro di soia che scioglieremo insieme a 50 gr di cioccolato bianco
  • 3 cucchiai di malto di riso (o miele)
  • 350 gr di farina T1
  • 5 gr di sale integrale
Ottengo un impasto morbidissimo e profumato. 
Ora devo trovare il modo di amalgamarlo al precedente impasto e la cosa non è per nulla semplice.
Amalgamo i due impasti, ma devo far modo che divengano uniformi, così credo che la strada migliore sia suddividere il primo impasto in più parti e maneggiarle gradualmente unendole tra loro a poco a poco.
Non vi dico la ginnastica che le mie braccia hanno fatto,
è stata veramente dura. Ecco le varie fasi:
 
 
Devo aggiungere l’uvetta passa,precedentemente ammollata insieme a delle albicocche secche. 
Riapro l’impasto per amalgamare nuovamente tutto in maniera uniforme. CHE FATICA!!!
Finalmente posso mettere l’impasto dentro la forma e lasciarlo riposare per 24 ore. 

Il cunsettone sta riposando, già la mattina era ben cresciuto, ma deve riposare fino a questa sera, ancora. Per evitare che si secchi la parte superiore, gli appoggio sopra uno strofinaccio umido. Lo lascio riposare tutta la giornata. a QUESTO PUNTO DOVREI INFORNARLO, MA VOGLIO LASCIARLO RIPOSARE ANCORA TUTTO IL GIORNO, lo inforno la sera.
Ecco le varie fasi di lievitazione dal momento in cui l’ho messo dentro la forma:

Inforno a 150° ma dopo 1 ora la parte superiore oltre a svilupparsi e fuoriuscire dalla forma come un vulcano in fase di eruzione, iniziava ad abbronzarsi troppo per i miei gusti. Infilo uno stecchino di quelli per spiedini ed in effetti sotto è ancora crudo, accendo il forno soltanto nella parte inferiore del forno e metto dei fogli di carta forno, bagnati, nella parte superiore, per evitare si bruci.
Purtroppo devo ripetere quest’operazione continuamente, come si fa come un malato con la febbre alta mettendogli le pezze bagnate sulla fronte.. Sembra che dopo un’ora e mezza il cunsettone sia QUASI cotto. Decido di lasciarlo dentro il forno caldo, leggermente aperto e andare a dormire. 
Ecco le foto, durante e dopo la cottura, e la fetta.
Il sapore era molto buono, la cottura era quasi perfetta : secondo me doveva lievitare ancora o semplicemente era necessario più lievito madre, questo lo avrebbe reso più soffice. Ma tutto sommato, devo dire di essere soddisfatta del mio esperimento!

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