Buonasera e Buon anno a tutti!
Scrivo oggi il primo articolo del 2018 ispirata da un tema molto attuale, a seguito della normativa entrata in vigore da pochi giorni: il pagamento dei singoli sacchetti per l’acquisto di frutta, verdura e gastronomia nei grandi supermercati. Ieri nei social network se ne è parlato allo sfinimento ed è solo l’inizio di una dura battaglia a quanto pare.
Oggi stavo riflettendo su quanto questa normativa incida nella vita delle casalinghe meridionali.
Ricordo con piacere infatti, che nel mio paese di origine, Pizzo Calabro, la spesa viene fatta ancora nelle piccole botteghe, dove è il cliente stesso a scegliere frutta e verdura, non il bottegaio. Viene fornito il sacchetto di carta dicendo: “scigghitillo tuni” –  trad.sceglitelo tu!
E così mentre il cliente tasta i pomodori più maturi e scarta quelli ammaccati, entra un altro cliente con la cassa delle bottiglie in vetro di vino o acqua vuote e ne acquista una nuova. Rigorosamente vuoto a rendere. Nelle botteghe calabresi dal verduriere trovi tutto, tranne la plastica. E non è uno scherzo. Dicono sempre che in meridione sono rimasti indietro nel tempo. Beh beati loro. Mentre ascoltano la nuova normativa al telegiornale si fanno due risate, perché in bottega ieri mattina era tutto uguale, tutto come sempre, tutto come una settimana fa, tutto come 10 anni fa.
Sono consapevole che lavorando non tutti abbiamo tempo di andare in ogni singola bottega a fare acquisti, o non sarà forse un discorso di comodità ? Una volta il tempo ce lo prendevamo e facevamo anche due chiacchiere con il negoziante, che al momento del saluto ci infilava in borsa una mela, un’arancia e gli odori per la minestra in omaggio.
Forse dovremmo tornare davvero alle origini per star meglio, per innervosirci meno mentre siamo in coda al supermercato con questi sacchetti a pagamento in mano.
Da parecchi anni ormai, sono abituata a fare la spesa al mercato dai contadini, che mettono gli ortaggi dentro sacchetti di carta, che io riutilizzo come mi ha insegnato mia nonna, per assorbire l’olio dei fritti. Oppure al punto macrobiotico, dove la spesa viene riposta dentro scatole di cartone, o dentro borse di tela. Forse dovremmo semplicemente fermarci un attimo e riflettere sul luogo in cui facciamo la nostra spesa. Rechiamoci dove la plastica è rara, dove prevale il rispetto per il buon cibo.
La prima forma di vero rispetto per il cibo è riporlo in contenitori adeguati
il vetro e la carta facilmente riciclabili, non la plastica, non i numerosi imballaggi inquinanti che finiscono nei rifiuti misti.
Concentriamoci sui cibi di stagione, che costano meno di quelli fuori stagione.
Concentriamoci sul cibo genuino, locale, a km0 possibilmente.
Usiamo le cassette per fare la spesa, ricicliamo di più, per vivere meglio in casa e per rispettare il pianeta in cui viviamo.
Non è arrabbiandoci che cambieremo il sistema, ma trovando le soluzioni, le alternative, dando il buon esempio. Buona spesa a tutti, attendo le vostre foto mentre fate la spesa al mercato, con i contadini, con i sacchetti di carta e le scatole di cartone. Facciamo girare quelle fotografie nei social, non quelle delle banane con lo scotch adesivo incollato sopra, con prezzi folli!
Inviatemi le foto della vostra spesa consapevole qui: stefycunsy@live.it e facciamo la nostra campagna positiva! Ditelo agli amici, condividete questo articolo se vi è piaciuto ma soprattutto: buona spesa!
Il prossimo articolo su questo blog, scritto in collaborazione con Silvia Errico – laureata in tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, introdurrà alcuni consigli utili sull’igiene alimentare ed i giusti metodi di conservazione degli alimenti in casa!
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Stefania Cunsolo – foodblogger