Quante volte vi avranno regalato un vasetto di marmellata fatta in casa? Dalla mamma, la nonna, le amiche?! La mia preferita era quella di zia Rina, la marmellata di pomodori verdi. Non potete immaginare che delizia!
Da oggi, mi cimento a farle io le marmellate ma prima di proporvi le mie ricette, credo sia doverosa qualche premessa, in modo da partire tutti pronti!

Per prima cosa ci tengo a dirvi che le mie marmellate saranno prodotte senza la pectina chimica che si trova in commercio, la quale viene trattata da solventi e acidi e come sapete, nella mia cucina e nel mio blog, questi ultimi non sono bene accetti! La naturale pectina è presente infatti nei seguenti alimenti, in ordine di percentuale maggiore: scorze di agrumi, arance, mele, carote, albicocche, ciliegie e piccole tracce anche nell’uva e nelle fragole. Oppure nei semi delle arance, i quali si possono avvolgere dentro garze si possono introdurre dentro la pentola con la frutta. Ma se vogliamo essere certi di avere una marmellata ben compatta, allora consiglio di adoperare l’Agar agar, ricavata da una varietà di alghe rosse. L’agar agar è ricca di minerali e non altera il gusto della frutta. Consiglio la versione in fiocchi, da mescolare in acqua tiepida prima dell’uso.

Inoltre, nelle mie marmellate non ci sarà lo zucchero bianco raffinato .
Se avete letto il mio articolo sullo zucchero bianco saprete anche il motivo, dunque come conservare e come dolcificare le nostre marmellate? Come saprete, lo zucchero bianco raffinato è considerato un conservante, infatti ce lo propinano ovunque, ma vi siete chiesti com’è possibile che si trovano in commercio, seppur difficilmente,  le marmellate senza zucchero? Come si conservano queste? Evidentemente è un di più che non ci occorre minimamente, se seguiamo alcune accortezze. Le grandi aziende le producono senza problemi, dunque lo faremo anche noi! Ciò che conta è sterilizzare bene i vasetti (dopo vi spiegherò come) ed una volta aperti, consumare la marmellata entro 3 giorni, conservandola in frigorifero.

Le marmellate che troviamo in commercio sono molto colorate, ma non è il colore naturale della frutta, questa viene infatti trattata con anidride solforosa e coloranti artificiali per renderla appunto più colorata e bella agli occhi, di conseguenza più economica e vendibile, visto che conterrà poca frutta e tanto zucchero, come potrete ben leggere dalle stesse etichette. Inoltre l’eccesso di pectina può provocare disturbi intestinali ed allergie.

Ma ora parliamo dei dolcificanti….
La vera marmellata dovrebbe essere naturalmente dolcificata con i semplici zuccheri della frutta. 100% frutta. Ma non sempre è possibile perchè a volte alcuni frutti sono un pò troppo aspri.
Teniamo presente però delle cose basilari: la frutta da usare per le marmellate deve essere molto matura, più è matura e più è dolce. Non per nulla, ho fatto una marmellata di susine raccolte per terra sotto l’albero, quelle cadute da sè. Inoltre, più la marmellata cuoce, più diviene dolce, grazie alla lunga e lenta cottura. C’è inoltre un altro simpatico trucchetto per fare le marmellate senza aggiungere lo zucchero, ovvero mischiare la frutta aspra e dolce nella stessa preparazione, personalizzando le nostre marmellate!
Ma se proprio non possiamo farne a meno, i dolcificanti che mi sento di consigliarvi sono il malto di riso e lo zucchero integrale grezzo di canna.

La sterilizzazione: scaldare il forno a 180° e infornare i vasetti SENZA COPERCHIO per 20 minuti. Li lasciamo intiepidire alcuni minuti, dopodichè li riempiamo con la marmellata bollente. Li chiudiamo e li capovolgiamo, in modo da sterilizzare anche il tappo con il calore della marmellata ed ottenere il sottovuoto. Lasciamo riposare fino a quando si saranno raffreddati e dopo potremo apporre la nostra etichetta.

Se vogliamo fare un’ulteriore sterizzazione, possiamo, dopo aver seguito il procedimento sopra indicato, mettere i vasetti raffreddati dentro una pentola (normale o a pressione) avvolti da uno strofinaccio, con dentro quattro dita d’acqua. Portiamo a bollore per circa 20 minuti, lasciamo raffreddare naturalmente ed a questo punto possiamo etichettare le nostre marmellate.

La prova piattino: per sapere quando la marmellata è pronta, della consistenza giusta, versiamo una goccia di marmellata in un piattino precedentemente messo in freezer e lo alziamo in verticale. Se la marmellata precipita giù, non è ancora pronta. Se invece scivola lentamente per poi fermarsi, oppure resta ferma, allora la marmellata è finalmente pronta!

Confettura o marmellata? 
La marmellata è composta da agrumi, mentre la confettura è composta da qualunque altro frutto

Credo di aver detto tutte le cose basilari, se avete perplessità o domande scrivetemi qui un commento, io ora vado a fare la marmellata con i mirtilli di montagna, nei prossimi giorni posterò alcune ricette delle prime marmellate da me autoprodotte.

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